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Splendide fotografie in bianco e nero catturano la vita quotidiana dell’Italia del dopoguerra – TS

 

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la caduta del dittatore Benito Mussolini, in Italia nacque un nuovo movimento: il Neorealismo, che ritraeva realisticamente le condizioni disperate dei poveri e della classe operaia dopo la guerra.

Sebbene il Neorealismo fosse un movimento cinematografico, la stessa estetica grintosa e lo stesso soggetto sono stati catturati nelle fotografie dello stesso periodo. Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Federico Fellini. Questi furono i pilastri del Neorealismo italiano; gli autori che hanno catturato la psiche e le condizioni desolate della classe inferiore italiana dal 1944 al 1952, persi nella disperazione che la povertà genera. I loro contemporanei, fotografi come Ugo Zovetti, Ferruccio Crovatto e Bruno Rosso, usavano il loro mezzo in modo simile. L’estetica grintosa e l’argomento tracciano parallelismi diretti con film come “Città aperta” e “Ladro di biciclette”, dando un senso reale e reazionario contro il fascismo e i successivi conflitti socio-politici. Ti pongono senza scuse la situazione di fronte, senza mediazioni e disadorna. Le composizioni sono sorprendenti ed esprimono il nichilismo del dopoguerra con spazi ampi e non occupati.

(Bruno Rosso)

 

(Nino Migliori)

 

(Ferruccio Crovatto)

 

(Gianni Berengo Gardin)

 

(Nino Migliori)

 

(Zanardi Prospero)

 

(Stanislao Farri)

 

(Mario Cattaneo)

 

(Mario Finocchiaro)

 

(Mario Finocchiaro)

 

(Ugo Zovetti)

 

(Franco Antonaci)

 

(Gianni Ranati)

 

(Pepi Merisio)

 

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