Nato a Signa nel 1928, il fotografo italiano Piergiorgio Branzi è cresciuto a Firenze, una città che “sembra severa”, in cui “il colore è solo un piacevole accessorio, un riempitivo, anche se può apparire splendido”. Una città che “nasce da due cave di pietra: una di ‘pietra serena’, il colore della grafite grigia, e l’altra di “pietra dura”, l’ocra svogliata di Palazzo della Signoria”.
Così il grande fotografo e giornalista toscano spiega come è nata la sua predilezione per l’essenzialità del bianco e nero, diventato per lui il mezzo per rappresentare ed esprimere la realtà che lo circonda.
Branzi scattò le sue prime foto con un Galileo Condor degli anni ’50. Le sue opere gli hanno procurato grande notorietà in Italia e all’estero, girando il mondo: dal San Francisco Museum of Modern Art al Guggenheim di New York, dal Fine Art Museum di Houston alla Bibliothèque nationale de France di Parigi, dal Tate Gallery di Londra al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid.
Queste affascinanti foto sono state selezionate dal suo lavoro che documentava la vita quotidiana in Italia negli anni ’50.
Parete bianca con piccola finestra, 1953 |
Scogliera, Ischia, 1953 |
Ragazzo d’Ischia, 1953 |
Arena sotto la neve, Firenze, 1954 |
Vicolo di Via del Corso, Firenze, 1954 |
Vicolo di Via del Corso, Firenze, 1954 |
Muro nero, 1954 |
Piazza principale di Burano, 1954 |
Piccione bianco, 1954 |
Pasqua a Tricarico, 1955 |
Pasqua, Campobasso, 1955 |
Scanno, 1955 |
L’orologio di Comacchio, 1955 |
La prima messa, Napoli, 1955 |
Vicolo dei Donati, Firenze, 1955 |
Contrada dell’Oca, Siena, 1956 |
Matrimonio a Valenza, 1956 |
Matrimonio a Valenza, 1956 |
Adriatico, 1957 |
Vicolo di Napoli, 1957 |
Bar sulla spiaggia, Senigallia, 1957 |
Fiera di Milano, 1959 |
Poligono di tiro, Firenze, 1959 |